Durante la III edizione di ROME WINE EXPO, tenutasi a Roma dal 2 al 4 marzo e organizzata da Riserva Grande, abbiamo presenziato ad una interessante masterclass su uno dei vini/vitigni emergenti del centro Italia e che, a testimonianza del rinnovato interesse verso le varietà autoctone della nostra penisola, si sta imponendo all’attenzione di esperti ed operatori del mondo del vino per la sua ricca espressività gusto-olfattiva e le sue doti di longevità.

Parliamo del Trebbiano Spoletino, un’uva da cui si ricava un vino ad oggi ancora poco noto al grande pubblico, ma presente da secoli nell’area di Spoleto e Montefalco (del vino di Spoleto ne parlano gli storici Marziale e Plinio il Vecchio già nel primo secolo dopo Cristo). Il Trebbiano Spoletino è un vitigno vigoroso, cresce bene nelle pianure, è resistente alle malattie (al contrario di altre uve locali come Merlot e Sagrantino) e si adatta bene ai diversi tipi di terreno e climi dell’Umbria. Le sue uve sono di colore giallo dorato, con una buccia spessa e pruinosa; la sua maturazione avviene in ritardo rispetto ad altre varietà di uve, ciò permette di ottenere vini con ricca struttura e buona acidità, adatti al lungo invecchiamento.

Esempio di viti allevate ad alberata. Metodologia adottata in passato per il Trebbiano Spoletino ed ancora oggi applicata nell’area del Beneventano per la coltivazione dell’Asprinio di Aversa. In foto i vigneti dell’azienda Tenuta Fontana a Pietrelcina (BN).

Tradizionalmente il Trebbiano Spoletino veniva allevato ad alberata, come nel caso dell’Asprinio di Aversa, cioè facendo sviluppare la vite in lunghi tralci rampicanti, utilizzando come tutori alberi di Olmo o Acero. All’inizio degli anni ’60 la modernizzazione delle tecniche agricole ha fatto scomparire questa modalità di coltivazione e con essa anche le viti di Trebbiano Spoletino coltivate in quel modo; solo da una decina d’anni o poco più quasi tutti i produttori del territorio di Spoleto e di Montefalco ne hanno ripreso la coltivazione, ma con diverse modalità di impianto. Il Trebbiano Spoletino condivide parte del nome con il più generico vitigno Trebbiano, che in realtà viene utilizzato per indicare varietà molto diverse tra loro, come il Trebbiano Toscano, il Trebbiano di Soave o il Trebbiano d’Abruzzo, che generano vini altrettanto diversi. Quello Spoletino è uno dei vitigni più interessanti per complessità aromatica e finezza espressiva, che si sommano ad un ottimo potenziale di invecchiamento.

Il Trebbiano Spoletino concorre alla denominazione Doc Spoleto, di cui fanno parte lo Spoleto Bianco – comprendente min. 50% di uve Trebbiano Spoletino più altre uve locali – e, appunto, lo Spoleto Trebbiano Spoletino, composto da min. 85% di uve Trebbiano Spoletino e 15% di altre a bacca bianca autorizzate dal disciplinare. Vitigno molto versatile, può essere vinificato anche nella tipologia superiore, spumante e passito. La Doc Spoleto è una denominazione giovane: nata nel 2011, contava 32 aziende nel 2020, la maggior parte delle quali produttrici dei più blasonati vini umbri della zona, come il Sagrantino di Montefalco, il Montefalco Rosso e il Grechetto.

I vini che abbiamo assaggiato sono tutti  100% Trebbiano Spoletino, a testimonianza della voglia di questi produttori di promuovere e far apprezzare al pubblico le potenzialità di questo vino, che si sta dimostrando in grado di competere con i più noti vini bianchi della regione e non solo.

QUESTE LE NOSTRE NOTE DI DEGUSTAZIONE: gli assaggi sono stati fatti alla cieca (senza conoscere in anticipo di quale vino si trattava) per avere un parere il più spontaneo possibile dal pubblico partecipante alla masterclass.

Trebbiano Spoletino 2022 – Colle Uncinano

Affinato in acciaio. Dal colore dorato e brillante. Ha profumi eterei (selce), note molto accentuate di frutta tropicale (mango, frutto della passione), con nuance erbacee. Ritorni fruttati al gusto, con spiccata acidità; il sorso è croccante, il finale sapido e vegetale. Colpisce per gli aromi molto intensi (forse troppo) di frutta tropicale, predominanti sugli altri sapori.

Trebbiano Spoletino 2013 – Colle Uncinano

Il colore oro vecchio testimonia la “vetustà” del liquido, che si rivela con note evolute di idrocarburo, seguite da terra, sottobosco, spezie (curcuma) e frutta matura. La bocca è coerente, ha un’acidità vivace con ritorni agrumati, minerali e terrosi.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2022 – Ninni

Affinato in acciaio. Colore giallo oro. Sensazioni odorose dolci e intense di zucchero a velo e frutta matura (pera), con sfumature di erbe aromatiche e di macchia. Al gusto è pulito, equilibrato, fine, sapido e minerale. Beva accattivante, anche se dal finale non lunghissimo.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2017 – Ninni

Colore oro carico/ambra. Molto intenso al naso, ha un ampio spettro aromatico, con sentori di frutta tropicale (mango, papaia), di melata e con una particolare (e identitaria) nota di tartufo bianco. Sapori coerenti e sorso caratterizzato da una acidità viva conducono ad una gradevole armonia di fondo.

Trebbiano Spoletino 2022 – Le Cimate

Affinato in acciaio. Dal colore giallo oro brillante, ha un bouquet complesso, di media intensità: fiori bianchi ed erbe selvatiche affiancati da frutta gialla fresca, con nuance di spezie e cereali. Aromi coerenti, sapidità e mineralità guidano un sorso persistente, raffinato e armonico.

Trebbiano Spoletino 2016 – Le Cimate

Colore ambrato, profumi di frutta secca, miele e caramello, leggeri cenni di evoluzione. Trasmette ancora freschezza grazie ad una sapidità salina e minerale; il finale, amaricante e dai toni erbacei, è molto equilibrato.

Trebbiano Spoletino Trebium 2022 – Filippo Antonelli

Fermenta ed affina in legno grande. Dal colore giallo dorato, ha profumi netti, di fiori e frutta bianca (limone, mela, pesca), con note gessose, balsamiche ed erbacee (salvia, ortica). Sorso fresco e glicerico, che richiama la beva; spiccano acidità e sapidità, con un leggero tannino e un finale persistente.

Trebbiano Spoletino Trebium 2014 – Filippo Antonelli

Colore ambrato. Ha un ventaglio aromatico complesso e variegato. Profumi leggermente evoluti di propoli, zafferano, tartufo bianco e miele di castagno. Nel palato mantiene coerenza e complessità, abbinate ad una beva fresca e vivace con ricordi minerali e di miele; nel finale emerge una leggera nota di legno.

Trebbiano Spoletino Campo de Pico 2022 – Valdangius

Affinato in acciaio. Colore giallo paglierino. Al naso cenni di idrocarburo e tartufo si sommano a note di fiori bianchi, pesca e frutta tropicale. Al gusto ritornano gli aromi di tartufo, il sorso, intenso, è fresco e vivace con spiccata acidità.

Trebbiano Spoletino Filium 2018 – Valdangius

Dal colore giallo ambrato, ha sentori di frutta secca e matura, con note tostate di caffè e sfumature legnose. Coerente in bocca, ha note tostate e di rovere con un’acidità intensa e cenni erbacei.