Poco tempo fa abbiamo partecipato ad un evento durante Rome Wine Expo 2024, organizzato in collaborazione con la Generalitat de Catalunya – Governo della Catalogna Delegazione in Italia e INCAVI – Institut Català de la Vinya i el Vi.
Il progetto, presentato per la prima volta in Italia, è stato introdotto dal Delegato del Governo della Catalogna in Italia Luca Bellizzi, che ha sottolineato il lavoro svolto dalla Delegazione per promuovere le eccellenze catalane in ogni ambito e la presenza a Roma ne è un chiaro esempio.

Luca Bellizzi
Bellizzi prosegue nel suo intervento: “Quello che stiamo realizzando qui stasera è uno degli obiettivi che la Delegazione del Governo della Catalogna in Italia da tempo cercava di realizzare. Catalogna e Italia sono unite, molto vicine in molti aspetti, dalla cultura alla storia, ma la nostra Regione in realtà rimane ancora sconosciuta al grande pubblico italiano. È per noi fondamentale far conoscere un settore senza dubbio dal punto di vista economico importante e soprattutto altamente variegato.
Un’eccellenza che non è solo nel settore enologico, basti pensare che in Catalogna abbiamo 54 ristoranti stellati di cui 5 con tre stelle Michelin. Una cultura che si rispecchia anche nel mangiare, tant’è che il nostro slogan è: Catalogna, dove mangiare è cultura.”
Durante la presentazione, Alba Balcells, direttrice generale degli INCAVI, ha discusso della promozione dei vini delle aziende qualificate, nell’ambito dell’agenda strategica della più importante istituzione vitivinicola della Catalogna.
“L’istituto catalano della vite e del vino nasce dalle due istituzioni che erano state create in passato proprio per andare a sostegno al settore gravemente colpito dalla Fillossera. La nostra Regione vanta una tradizione enologica che risale a 2700 anni fa. I Fenici furono i pionieri nell’importare la vite in questa terra e i loro segni sono ancora visibili negli scavi che hanno rivelato i resti di questa antica presenza risalente al VII secolo a.C. È uno dei pochi paesi, oltre ovviamente all’Italia, dove si trova questa grande varietà a livello vitivinicolo.”

Alba Balcells
L’obiettivo degli Incavi è soprattutto quello di dare risposta alle grandi sfide,come quella del cambiamento climatico cercando soluzioni sostenibili e adattamenti alle nuove condizioni ambientali, come anche l’impegno dedicato alla viticoltura eroica che richiede grande dedizione e sforzo, ma può produrre vini di alta qualità. Oltremodo si sta impegnando nella ricerca e nell’innovazione, esplorando nuove tecnologie e strategie per migliorare la produzione di vino e la gestione dei vigneti, allargandosi anche al settore della digitalizzazione.
Ma c’è anche l’intento di recuperare l’ampio patrimonio vitivinicolo con l’iniziativa di reinserire ben 18 varietà dimenticate preservando la storia delle vigne e ultimo ma non meno importante quello della internazionalizzazione con diversi appuntamenti all’estero per far conoscere queste eccellenze oltre i confini nazionali.
I Vins de Finca Qualificada (VFQ) rappresentano l’apice della connessione tra il settore vitivinicolo e il territorio e rientrano nella Denominazione riconosciuta unicamente alle aziende che rispondono a rigorosi presupposti di qualità e in possesso di specifici requisiti.
INCAVI, nell’ambito del suo ambizioso processo di trasformazione Horitzó2025, sta investendo maggiori risorse nel Progetto QEW. L’obiettivo è migliorare la posizione dei vini catalani nei mercati chiave a livello globale, basandosi sulla qualità di questi vini unici e d’eccellenza.
Se solo pensiamo che il comparto agroalimentare rappresenta il primo settore della Regione con un Pil del 22% e un valore economico nel settore del vino non indifferente, con 750 cantine produttrici su 57000 ettari vitati di cui il 53% allevati in biologico. Sta di fatto che quest’ultimo dato mostra come la Catalogna si accerti leader mondiale della produzione biologica.

Nel 2004, il concetto di Vini di finca qualificada è andato sviluppandosi e da allora, negli ultimi due anni, sono stati aggiunti sette vini all’elenco che attualmente ne conta diciannove, provenienti da sei distinte denominazioni di origine (DO). Ottenuti da uve di appezzamenti singoli, selezionate in vigna e raccolte rigorosamente a mano, rappresentano l’eccellenza enologica della Regione Catalana e non provengono solo da cantine illustri, ma valorizzano l’intero settore vitivinicolo regionale garantendo continuità e sviluppo delle attività in un paesaggio rurale.
Vediamo nel dettaglio alcuni dei requisiti fondamentali per fregiarsi della Denominazione VFQ. Innanzitutto i vini devono aver ottenuto la Denominazione di Origine (DO) da almeno 10 anni; le rese produttive del vigneto devono essere inferiori del 15% rispetto a quelle stabilite dalla DO relativa; devono essere prodotti in un ambiente specifico, con caratteristiche corrispondenti e legate alla specificità della natura e dei suoli di quel particolare terreno e microclimatiche proprie; la cantina deve avere una storia di prestigio e di qualità sul mercato, comprovata e riconosciuta, da almeno 10 anni; deve esistere una tracciabilità completa e specifica, dalla produzione alla commercializzazione.

Marc Greco
Nella nostra degustazione, guidata e raccontata dal sommelier Marc Greco dell’Associazione Catalana dei Sommeliers, abbiamo assaggiato sei vini che vantano il riconoscimento VFQ, prodotti nelle zone a denominazione di origine come Empordà, Montsant, Priorat e Penedès:
Raïms de la immortalitat 2022 – Celler Torre del Veguer – D.O. Penedès è una delle più grandi e antiche masserie, fortificata del 1359 e circondata dai vigneti, le cui uve rappresentative della Regione, Xarel-lo e Xarel-lo Vermell, provengono da un vigneto storico del 1978, allevato ad alberello in una zona dalle caratteristiche uniche.
Si tratta di un grande ammasso di roccia calcarea situato all’estremità meridionale della catena montuosa del Garraf, delimitata dal Mar Mediterraneo e dalle pianure del Penedès, con suoli calcarei, molto poveri, ricchi di fossili e con un sottobosco tipicamente mediterraneo.

A differenza della fertile valle centrale del penedesenca, il Garraf offre condizioni più estreme per la coltivazione della vite, il che rende la produzione di uve più scarsa, ma di alta qualità e la vicinanza al mare si avverte nel calice. Le uve fermentano in vasche d’acciaio e nel finale in botti di rovere francese da 500 litri con un affinamento minimo di sei mesi e ulteriori dodici mesi in bottiglia.
L’etichetta riproduce un disegno del pittore Salvador Dalì, grande amico della Famiglia, il cui titolo dà il nome al vino: Raïms di Immortalitat.
Agrumi, spezie dolci, erbe aromatiche mediterranee e vegetali comuni in questo vitigno si fondono nel calice creando un sorso che richiama l’estate. La sensazione di mare è evidente: sapido, salino e con un finale lungo, armonioso e fresco.

Avi Ton 2021 – Celler Eudald Massana Noya – D.O. Penedès prodotto con uve Xarel-lo provenienti da vecchie vigne piantate nel 1945 e allevate in regime biologico e biodinamico, con rese molto basse. Un omaggio al nonno di Eudald, Josep Massana Carbò, alla sua passione per la viticoltura che vive attraverso le uve coltivate con dedizione e rispetto per la natura.
Situato internamente nella valle centrale a pochi chilometri dalla catena montuosa del Montserrat, il casale in cui vive la Famiglia Massana, giunta alla decima generazione di viticoltori, esiste da più di 300 anni.
E da questa vigna, da questa terra nasce un vino aromatico, con una freschezza e un’acidità che caratterizzano il calice, dal profumo di fiori di acacia, mela cotogna che legano con delle note affumicate. L’intensità della beva viene sicuramente dalla lunga macerazione che va dalle 35 alle 48 ore e la sapidità che deriva da una vigna così antica e dal suolo calcareo-argilloso. La fermentazione e l’invecchiamento avvengono in botti di castagno per 5 mesi e 12 mesi circa in bottiglia regalando un vino complesso, verticale, bilanciato, intenso, di carattere e di grande longevità.

Coma Blanca 2018 – Celler Mas D’en Gil – DOQ Priorat da uve Grenache Bianco e Macabeo di oltre settant’anni di età, chiamato La Grande Dame, fiore all’occhiello dell’Azienda.
La Contea di Priorat è una storica regione, arida dal clima continentale, dove dominano la catena montuosa del Montsant e il meraviglioso scenario costituito da terrazzamenti ondulati che seguono il percorso della montagna, di forte pendenza, composti da suoli misti di llicorella o ardesia, calcare, argilla.
La tenuta della Famiglia Rovira, distribuita su cinque valli, dispone di 125 ettari di terreno situati a 350 metri sul livello del mare, in un’area conosciuta con il nome di “Priorato Storico”, ed è un bellissimo mosaico agricolo da agricoltura biologica certificata e biodinamica introdotta nel 2008.
La concentrazione dovuta alle rese basse e il lungo affinamento in botti di rovere francese da 500 litri per 6 mesi e due anni in bottiglia conferiscono a questo vino una profondità e una complessità straordinarie.
L’austerità iniziale suggerisce un carattere sobrio e riservato, ma con l’attesa, si apre e rivela la sua freschezza e intensità. Si tratta di un vino bianco da bere dopo un rosso, longevo che promette di migliorare nel tempo, mantenendo la sua vivacità e salinità.

Teixar 2019 – Celler Vinyes Domènech – DO Montsant, è un anfiteatro naturale che circonda il Priorat come un anello dove vengono allevati in biologico e biodinamico gli stessi vitigni ma su un suolo differente, con meno ardesia, principalmente sassoso-argilloso e granitico dove l’influenza del Mediterraneo è più forte.
La tenuta Teixar deriva dal nome di una località di Capçanes conosciuta come la Font del Teixar e comprende tre ettari di superficie vitata, come fosse un giardino protetto da un paesaggio naturale, di grande bellezza e valore ecologico, tra la Sierra de Llaberia e Montalt, a 400 metri di altitudine, circondato da montagne con pinete e sottobosco mediterraneo.
È un vino prodotto da vigne vecchie di settant’anni di Grenache Pelosa, vitigno autoctono della Regione della stessa famiglia del Cannonau. Ha avuto un’evoluzione diversa poiché le foglie sono pelose, gli acini più piccoli e la buccia più spessa di conseguenza i vini hanno un’acidità più elevata e sono più leggeri.
Vinificato e maturato per 14 mesi in botti di rovere francese da 300 e 500 litri, assorbe l’anima di questa regione mediterranea. Le erbe aromatiche si fondono in questa versione di Grenache molto profumata, complessa, con note di sottobosco, menta, liquirizia e note balsamiche. Al sorso, si percepisce una maturità e dei tannini compatti, con la loro piacevole presenza.
V d’O 2 2017 – Celler Vinyes D’Olivardots – DO Empordà è un’antica zona vicino alla Costa Brava, a non più di trenta chilometri dal mare e dalla lunga tradizione vitivinicola.
Situata in mezzo alle maestose montagne tra la Serra de l’Albera e parte dell’Alt Empordà in un ambiente naturale privilegiato, la cantina è gestita da madre e figlia, Carme e Carlota, che portano avanti un grande progetto di recupero delle varietà autoctone secondo una viticoltura biologica e biodinamica.
È una vigna di un ettaro di Carignano del 1909 con una resa bassissima che nasce su un terreno sabbioso con una produzione molto contenuta, di circa 1000 bottiglie. È un vino che affina 16 mesi in botti di rovere francese e viene imbottigliato senza filtrazione o chiarifica.
Il lato rustico e austero si addolcisce con le note di liquirizia e di sottobosco, a sembrare quasi una poesia in bottiglia. Alla beva, la freschezza e l’intensità si fondono in un’esperienza che non è né corposa né troppo strutturata, ma che lascia un’impronta indelebile. Concentrazione, complessità e una bella acidità definiscono questo vino che mostra un tannino presente ma rotondo, promettendo lunga vita.

Clos Mogador 2014 – Celler Clos Mogador – DOQ Priorat è il primo ad aver conseguito il riconoscimento di Vino di Azienda vitivinicola Qualificata e simboleggia la rinascita del Priorat per mano dell’enologo francese René Barbier che acquistò questa terra nel 1979 quando nessuno voleva lavorarla. È colui che insieme a Carles Pastrana (Clos de l’Obac), Alvaro Palacios (L’Ermita), José Lluis Perez (Clos Martinet) ha saputo vedere quello che ancora non esisteva. Priorat, appunto, che oggi insieme alla Rioja è la zona vinicola più prestigiosa della Spagna.
Si tratta di particolari terrazzamenti ondulati e pendii ripidi con pendenze fino al 60% su suoli vulcanici, di ardesia.
Questo calice costituisce un blend, ben più complesso dei precedenti, prodotto da Grenache, Carignano, Syrah e Cabernet Sauvignon. È una produzione molto piccola, quasi una rarità, il risultato di vecchie vigne, alcune di oltre 80 anni.
Affinato per 18 mesi in botti da 300 litri e in foudre da 2000 litri, è concentrato e dotato di una certa grassezza. Le sue note includono frutta rossa quasi in confettura, delicate erbe aromatiche, spezie e cacao. Il finale è caratterizzato da una bella nota di pietra focaia.
Trasmette l’essenza di un vino robusto e solare, ma allo stesso tempo raffinato ed elegante.